Suwon: storia, cultura e buon cibo

Dopo una settimana piuttosto impegnativa a Seul, nel week end avevo voglia di rilassarmi un po’ e magari visitare qualche posto nuovo.

Leggendo qualcosa sulla città di Suwon ho scoperto che ci sono molti luoghi interessanti da visitare inclusa la fortezza di Hwaseong. Considerando che la città si trova a soli 30 km a sud di Seoul mi è sembrata una buona idea .

Prendo la metro (linea 1) alla fermata Ehwa University di Seul e arrivo alla stazione centrale di Suwon dopo un viaggio di 45 minuti .

La fortezza di Hwaseong è stata inclusa nella lista dei siti patrimonio dell’umanità nel 1997. La fortezza fu originariamente costruita dal 1794 al 1796 durante la dinastia Joseon ( 1392-1910 ) . L’ aspetto della fortezza è magnifico, con le mura costruite sulle colline intorno alla città. Dopo l’acquisto del biglietto, dal cancello Paldalmun (cancello sud) inizio a salire verso le mura che si estendono per circa 5 km intorno alla fortezza. La cinta muraria include sia le aree pianeggianti che le colline intorno a Suwon e all’interno del suo perimetro sono compresi molti edifici quali il palazzo Haenggung e la statua di bronzo di Re Jeongjo .

Il clima è caldo e c’è molto sole, la passeggiata è piacevole e non impegnativa dal momento che il sentiero non è troppo ripido. Appena entrato nella fortezza ho notato che, come già durante la visita di altri siti in Corea, la maggior parte dei visitatori sono coreani. Apprezzo molto il fatto che le persone in Corea siano generalmente interessate al loro patrimonio culturale e visitino siti storici e musei ogni volta che ne abbiano la possibilità. Si tratta di un’ abitudine che in alcuni paesi, inclusa l’Italia, diminuisce sempre di più anche per le difficoltà che le persone incontrano in quanto un buon numero di siti culturali sono spesso chiusi per mancanza di fondi o sono gravemente danneggiati a causa di scarsa manutenzione (penso a Pompei per esempio).

Sulla cima del monte Paldalmun c’è la campana Hyowon, che fu costruita per onorare il padre del re Jeongjo . La campana deve essere suonata tre volte: il primo rintocco è per ringraziare i propri genitori, il secondo per augurare felicità alla propria famiglia, e il terzo per augurarsi di diventare una persona migliore (suonarla tre volte costa 1.000 won a persona).

Continuando la passeggiata lungo la cinta muraria, incrocio molte torrette, padiglioni e posti di comando. Si tratta di edifici in legno e pietra, che sono stati utilizzati sia per scopi difensivi che come luoghi per il riposo e punti d’incontro tra soldati e i loro comandanti. Le torrette hanno un’ampia visuale sulla valle, e ciò per rendere facile l’individuazione di un nemico in avvicinamento anche a molti chilometri di distanza. Guardando dalla cima delle colline verso la parte interna della fortezza è facile distinguere il palazzo Haenggung. Il paesaggio è incantevole ed è possibile avere un’ampia visione della città.

vista su suwon
mura

Le parti più interessanti della fortificazione sono le quattro porte (Hwaseomun, Janganmun, Changnyongmun e Hwahongmun). La porta Hwaseomun è la prima che si incontra partendo dall’ingresso del Paldalmun ed ha una struttura molto particolare, avendo il lato esterno aperto in una forma semi circolare. Stessa forma ma di dimensioni maggiori (e anche la più grande della Corea), è la porta Janganmun (porta nord). Jangan significa “capitale”, e molte persone credono che questo nome rispecchi la volontà del re Jeongjo di spostare la capitale da Seul a Suwon durante il suo regno.

Una volta arrivato alla porta Janganmun, rimango colpito da un gruppo di flautiste che prova e spontaneamente registro un video.

Dopo aver assistito alla loro esibizione, le applaudo e continuo a camminare fino a raggiungere la porta Hwahongmun. Questa porta è forse la più caratteristica perché nella parte sottostante l’acqua si riversa, attraverso delle aperture ad arco, nel canale all’interno della fortezza.

Hwahongmun

 

E’ ormai ora di pranzo, mi incammino lungo stradina che costeggia il canale alla ricerca di un ristorante tipico. La strada è ricca di piccoli ristoranti, botteghe di artigianato, gallerie d’arte e di caffetterie.

Poichè Suwon è famosa per i suoi piatti a base di costolette di manzo (소갈비 – sogalbi), mi dirigo verso un ristorante di fronte al palazzo Haenggung, proprio per gustare uno di questi piatti. Dato che è Domenica e molti ristoranti sono chiusi, questo ristorante è la mia sola possibilità. Mi conforta però il fatto che il ristorante è pieno di gente del posto, e quindi sono sicuro si mangerà abbastanza bene.

Ordino 소 갈비찜 (sogalbijjim – stufato di costole di manzo), nell’attesa del mio piatto, ho il tempo di controllare gli orari per la dimostrazione di arti marziali che avrebbe avuto luogo nel pomeriggio.

sogalbijjim

 

Lo stufato arriva ​​dopo pochi minuti, e anche se ne ho ordinato una porzione singola, è molto abbondante! Il galbijjim viene servito e la cottura viene ultimata sul fornetto al centro del tavolo con contorno di kimchi di cavolo cinese e rafano.

L’aspetto è invitante perché il piatto contiene molti ingredienti quali costine di manzo, pasta di riso, noodles (spaghetti) di patate, cavolo, giuggiole, carote, funghi mogi. Il tutto è cotto in un brodo a base di salsa di soia e il sapore dello stufato è molto intenso e gli ingredienti si sposano bene. La carne di manzo è tenera, facile da separare dalle ossa e quasi si scioglie in bocca. E’ la prima volta che assaggio il fungo mogi, molto utilizzato nella cucina asiatica: la consistenza è un po’ spugnosa, ed il sapore piuttosto neutro. Da una veloce ricerca ho poi scoperto che questo fungo è molto ricco di minerali e vitamina D.

La porzione è abbondante e, non riuscendo a consumarla tutta, chiedo alla cameriera di portare a casa (포장 – pojanghe) gli avanzi (abitudine comune in Corea).

Uscito dal ristorante mi dirigo verso l’ingresso principale del palazzo Haenggung dove la dimostrazione di arti marziali avrebbe avuto luogo.

entrata palazzo

C’è già molta di gente in attesa e lo spettacolo inizia in tempo. Essendo interessato alle arti marziali, sono curioso di capire che tipo di arti marziali e di armi venissero utilizzate durante il periodo della dinastia Joseon.

Gli artisti sono molto bravi e utilizzano con abilità diverse armi: spade, lance, bastoni, frecce e archi. Anche il combattimento corpo a corpo è interessante, e include tecniche di arti marziali tradizionali coreane con alcune importate dalla Cina.

Dopo circa 40 minuti lo spettacolo finisce e molti spettatori chiedono di farsi delle foto insieme agli artisti e alle loro armi.

Per me è giunto il momento di tornare a Seoul, ho un appuntamento in serata e mentre ritorno alla stazione ferroviaria , mi sento felice di aver visitato Suwon . E’ un luogo perfetto per fuggire dalla frenetica capitale, dove si possono trovare storia, cultura, cibo delizioso e persone cordiali. Che altro si può chiedere da una breve gita come questa?

Ho già intenzione di ritornare a Suwon per visitare il villaggio tradizionale e magari godermi di nuovo lo spettacolo di arti marziali.

Suwon è raggiungibile da Seul con la metropolitana (linea n . 1) o con l’autobus n . 3000 dalla stazione di Gangnam . Il viaggio dura circa 40 min.

Dal lato sinistro della stazione ferroviaria di Suwon è possibile prendere gli autobus numero 11 , 13 , 36 , o 39, che vi porteranno all’ingresso della fortezza dopo un breve tragitto di circa 10 minuti ( fermata porta Paldalmun ) .

Il biglietto d’ingresso alla fortezza costa 1000 won per gli adulti, 700 won per gli under 25 e 500 won per bambini e anziani.

Una volta arrivati ​​alla stazione ferroviaria di Suwon, all’uscita 4 c’è il centro di informazioni turistiche. Qui è possibile acquistare i biglietti per il villaggio tradizionale e con questo biglietto si può salire sula navetta gratuita che parte dalla stazione ogni 30 minuti e porta al villaggio.

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