people of Korea 3

People of Korea 3 – Gajung Dasil, essere “cha-in”, una “persona del tè” a Seoul

Nel nuovo appuntamento di People of Korea 한국 사람들, Kwon Jiwon ci parla della sua esperienza come “cha-in” (“persona del tè”) che promuove la cultura del tè a Seoul.

1) Parlaci di te

Ciao! Sono Kwon Jiwon e promuovo la cultura del tè attraverso momenti di “chatzari” (cerimonie del tè).
Organizzo principalmente cerimonie del tè basate sulla consapevolezza (mindfulness), e in quanto insegnante certificata di tè tradizionale coreano, mi impegno a diffondere le usanze e i metodi del tè coreano.

Il mio profilo Instagram si chiama @gajung.dasil, che significa “una piccola sala da tè in casa”.
Lì condivido il mio stile di vita legato al tè e gli incontri che organizzo.

2) Cosa ti ha fatto interessare al tè all’inizio e perché continui a lavorare in questo campo?

Ho cominciato a bere diversi tipi di tè cinesi fin dall’adolescenza, influenzata da mia madre che beveva tè regolarmente. All’inizio, però, non avevo pensato seriamente di studiare il tè. Un giorno, accompagnando mia madre dalla sua  maestra, ho avuto l’occasione di assistere per caso a una lezione… e da quel momento mi sono innamorata del fascino del tè. Da allora ho iniziato a studiare seriamente il mondo di questa bevanda e la cerimonia tradizionale coreana. Ho lavorato a lungo nel settore culturale e artistico, e avevo un’idea vaga: “quando andrò in pensione, diventerò una maestra del tè”. Ma con l’arrivo del Covid-19, il settore culturale è stato uno dei primi a essere colpito. Questo mi ha spinto ad anticipare la mia scelta e a lasciare prematuramente il mio lavoro dopo oltre dieci anni di carriera. Ho iniziato a creare i miei piccoli incontri del tè, ad invitare persone nella mia piccola stanza, e pian piano sono arrivata a progettare vere cerimonie in collaborazione con vari brand o altri creatori del tè.
Non si finisce mai di imparare, ma io mi sento profondamente grata e felice del percorso che ho intrapreso.

3) Com’è vivere da “cha-in” (차인(茶人), “persona del tè” a Seoul?

Chiunque può essere un cha-in, indipendentemente da età, genere o provenienza. Ma vivere a Seoul ha un vantaggio chiave: ci sono tantissime bellissime tea house ovunque! Seoul è una città piena di luoghi vari e affascinanti, e ultimamente si stanno organizzando incontri del tè di tantissimi tipi, sia nel centro che nelle aree limitrofe della metropoli. Per un cha-in che vive qui, è davvero semplice e poco impegnativo ritagliarsi un po’ di tempo per poter partecipare a questi affascinanti eventi.

4) Qual è il tuo tè preferito, la tua tea house preferita e il tuo rituale del tè preferito?

Il tè che preferisco cambia in base al tempo, all’atmosfera e al mio stato fisico. Ma se devo sceglierne solo uno, direi il tè verde coreano (녹차, nok-cha). Alcuni tè verdi di produttori che seguo non mi stancano mai.  La mia tea house preferita è “Hada”. La frequento da quando ha aperto e, forse anche per questa familiarità, mi trasmette serenità. Basta osservare il suo sobrio paesaggio interno per sentirmi rinata e soprattutto, tutti i tè serviti lì sono di ottima qualità.
Il mio rituale preferito è una sessione di meditazione con tè verde, usando un set da tè per una persona.
È un momento in cui preparo il tè, ascolto i miei sensi, e vivo un’esperienza meditativa attraverso il silenzio: per me è un rituale fondamentale.

5) C’è qualcosa che desideri raggiungere nella tua carriera legata al tè?

In passato mi concentravo su quanto conoscessi bene il tè, su come servirlo al meglio e su come trasmettere queste conoscenze. Ora, però, il mio obiettivo è creare cerimonie del tè che contengano i miei pensieri e messaggi, capaci di generare vibrazioni positive nel cuore delle persone. Finché ne avrò la forza, spero di non dover mai abbandonare la mia teiera.

6) Pensi che il mercato del tè coreano stia cambiando negli ultimi anni? Come immagini il futuro del tè coreano?

Più che un cambiamento del mercato in sé, vedo che le persone che si avvicinano al tè stanno diventando sempre di più, e aumentano anche gli spazi dove il tè si può bere e vivere. Negli anni ’80, quando il tè ha vissuto un primo “boom” in Corea, si poneva l’accento su etichetta e rituale.
Oggi, invece, la cultura del tè si presenta in forme più varie e accessibili, diventando anche una parte del lifestyle e dell’estetica contemporanea. Insieme al desiderio di semplicità, c’è anche una nostalgia per la bellezza classica, che ha riacceso l’interesse per la cerimonia del tè, ma anche per l’artigianato e le mostre d’arte.
Questo permette una fusione tra generazioni e gruppi sociali, uno degli aspetti più positivi del tè oggi.
Tuttavia, c’è una sfida: l’invecchiamento della forza lavoro nelle zone di produzione del tè in Corea del Sud.
Questo comporta diverse difficoltà, ma se riusciremo a risolverle, mantenendo alta la qualità e facendo evolvere la produzione, allora credo che il profumo, il sapore e le storie uniche del tè coreano potranno essere pienamente riconosciute a livello internazionale, proprio come lo sono il tè di paesi confinanti.

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