Puoi presentarti ai nostri lettori?
Mi chiamo Alise, ho 31 anni e sono nata in Lettonia, ma vivo da 20 anni in Italia. Proprio adesso sto chiedendo la cittadinanza italiana, ma credo ci vorrà ancora un po’ più di tempo. Ho fatto avanti e indietro tra Corea e Italia, ma ormai vivo qui da due anni e mezzo. Lavoro nel mondo dell’entertainment come attrice, manager e interprete sui set per music video, drama, pubblicità o set fotografici per moda e abbigliamento. Come manager e interprete per la mia agenzia traduco dal coreano all’inglese per persone che non sanno il coreano o devono essere accompagnate.
Puoi parlarci della tua giornata lavorativa?
Il mio è un lavoro da freelancer, quindi non è un lavoro classico dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 5. Ci sono mesi in cui lavoro 10 giorni di fila, altri mesi in cui non faccio niente per tutto il mese. I giorni in cui lavoro nell’ambito management e interpretariato, devo accertarmi che gli attori o i modelli siano tutti arrivati sul set puntuali, che abbiano ricevuto lo script, che sappiano cosa ci sarà da fare e che ricevano tutto quello di cui hanno bisogno. Specialmente durante gli shoot dei mini-drama e i mini-drama verticali, devo non solo interpretare quello che dice il PD o il director, ma devo anche seguire lo script e nel caso l’attore in quel momento non si ricordi la battuta, potergli suggerire. Importanti sono anche i pick up, devo controllare che gli attori arrivino sul set e vengano mandati a casa o alla loro prossima produzione in tempo.

Quali sono i tuoi shoot preferiti tra i vari generi a cui lavori? Ci sono stati dei personaggi famosi particolari con cui hai particolarmente amato lavorare?
Amo partecipare ai set dei music video, sono due giorni intensi ma molto interessanti e divertenti, la Corea è molto innovativa dal punto di vista creativo e artistico perciò i risultati mi stupiscono sempre. Per quanto riguarda i personaggi famosi, ho incontrato tanti idol in questo ambiente e preferisco i due estremi: mi piace lavorare con i rookie, idol agli inizi, che stanno lavorando al loro primo o secondo music video. Di solito, sono persone molto carine, anche se non possono interagire molto con gli extra e la troupe salutano sempre, sono umili e amichevoli. Allo stesso modo, anche le star più grandi, quelle che hanno raggiunto una fama anche globale, non si comportano in modo arrogante, ma amichevole e professionale. Invece, le persone con cui mi è piaciuto meno lavorare sono idol che stanno attraversando una controversia online, perciò sul set sono molto suscettibili o si comprende che non sono felici di essere lì in quel momento. Altra categoria: le star conosciute ma non super conosciute, spesso ti trattano come se tu fossi nulla. Per fortuna in questo caso, interagiamo poco, ma non è mai piacevole, perché ti fa rendere conto di quanto la realtà sia diversa dall’immagine che avevi di quella persona.
Sul set sembra che tu abbia a che fare con molte persone ed energie diverse, come riesci a gestire questo aspetto del tuo lavoro?
Bisogna sicuramente avere una propensione per i lavori dove hai a che fare con le persone. In passato, ho lavorato in ristoranti, come segretaria, ho fatto tanti lavori in cui dovevo già espormi al pubblico in una certa maniera. Questo mi ha dato abbastanza esperienza per capire se, quando e come posso esprimere la mia opinione riguardo a un problema o a una situazione che si è creata. In Corea ovviamente, c’è anche un po’ di differenza culturale, spesso non posso essere troppo diretta per non offendere chi ho intorno, così con il tempo ho imparato come comunicare in maniera efficace anche qui, riuscendo a capire meglio cosa gli altri intendevano dirmi e navigando le delicate dinamiche lavorative. Si può dire che in Corea il mondo lavorativo richieda molta sensibilità, velocità ed efficienza allo stesso tempo.
Quale aspetto ti piace di più del tuo lavoro e quale di meno?
La parte che mi piace di più è che tutti i miei progetti sono diversi e cambiano di continuo e ciò è divertente e stimolante. Lavori più classici, che ho provato a fare in Italia, ho presto capito che non facevano per me. I lati negativi principali sono due: è un lavoro instabile e non ben retribuito quindi dal punto di vista finanziario è difficile a volte poter vivere in tranquillità. Il secondo aspetto è lo stress: per quanto mi piaccia stare sia davanti che dietro la camera, viene pretesa perfezione e attenzione costanti. Per costruire la propria reputazione in questo campo, si deve fare tutto in modo perfetto. Per i progetti lunghi in cui si sta sul set fino a 16 o 17 ore, lo stress diventa molto e, a lungo andare, va a influire sulla salute fisica. Ho conosciuto molti stranieri che, come me, hanno problemi di salute dopo aver lavorato per anni in questo campo. Rispetto all’Italia qui d’inverno mi ammalo di più e ultimamente avevo sempre mal di testa. Per fortuna, facendo parte di vari programmi per influencer in Corea, sono riuscita a fare un percorso in una clinica dove controllavano livelli di stress e di salute e mi è stato confermato che i miei dolori venivamo principalmente da questa continua tensione, questo mi ha fatto riflettere sul mio stile di vita e sul cercare di migliorarlo.
Hai dei piani per il futuro per cambiare il tuo stile di vita?
Per quanto mi riguarda, essendo che il mio stress maggiore è la mancanza di entrate stabili, mi sto concentrando ultimamente a trovare un part time o comunque un lavoro flessibile, che mi permetta di avere più sicurezza economica ma anche di continuare la mia carriera nel mondo dell’intrattenimento. La mia salute mentale e fisica sono la mia priorità in questo momento, voglio dare di nuovo priorità a me stessa e concentrarmi sul ridurre la causa dello stress.
Anche in Italia hai lavorato nel mondo dello spettacolo, quali differenze hai notato tra i due paesi nella tua carriera?
In Italia ho lavorato in produzioni su scala minore, a Roma, a Cinecittà, lavoravo negli effetti speciali e stavo più tempo in laboratorio. A Torino lavoravo in progetti più piccoli, indipendenti o produzioni grandi ma solo come extra. Rispetto all’Italia credo che qui in Corea ci siano più possibilità, l’industria è in continua evoluzione e produzione. In Italia la mia impressione è che ci siano produzioni, ma sono ambienti più chiusi e poco aperti al cambiamento.
Cosa ti piace di più del vivere in Corea?
Sicuramente, la cultura, la storia e le cose così diverse dal mondo europeo. La cosa impagabile che non posso trovare in Italia, è il senso di sicurezza: poter lasciare la borsa in un cafè su un tavolo per tenere il posto, prendere i mezzi, tornare tardi la sera senza avere paura. Questo senso di sicurezza non lo posso scambiare con nessun’altra cosa.

Hai progetti interessanti nei mesi a venire?
Sono contenta di essere di nuovo entrata a far parte di due diversi programmi per influencer, con l’arrivo dell’estate è il periodo perfetto per tutti i festival. Aspetto molto tutti gli inviti che arriveranno per partecipare a queste esperienze e creare contenuti. Poi, ho un paio di progetti su cui sto lavorando. Tempo fa facevo streaming su YouTube e mi piacerebbe riprendere questo tipo di contenuti in altri formati, è uno dei miei prossimi obiettivi. Nell’ambito dell’intrattenimento, nelle prossime due settimane, ci sono un paio di music video a cui so che parteciperò, perciò non vedo l’ora. Ho anche un paio di colloqui per dei lavori part-time, riuscissi ad avere quei lavori sarei molto più tranquilla e riuscirei ad apprezzare di più tutte le altre opportunità.
Che consiglio vorresti dare a una persona che vuole lavorare nel mondo dell’intrattenimento in Corea e magari anche trasferirsi qui con quello scopo?
So che magari qualcuno vuole venire qui e lavorare in questo ambiente perché è fan dei K-drama, del K-pop e dell’intrattenimento coreano in generale, ma potrebbe essere la ragione sbagliata per trasferirsi qui. Anche se incontri il tuo attore o idol preferito, non avrai mai un vero rapporto con queste persone, se non rimanere nel loro sfondo per due secondi. Come dicevo, è un campo molto interessante, divertente e stimolante, cambiano i tipi di set e le tematiche, però non é semplice entrarci (ci sono poche vere informazioni online) e soprattutto rimanerci, a meno che non si abbia tanta esperienza come attori e modelli già nel proprio paese. Per lavorare, bisogna avere un visto sponsorizzato da un’agenzia, non si può entrare nell’ambito con un visto da studente o altro, perciò è quasi necessario avere esperienza sul campo in un altro paese, meglio ancora se nel proprio, dove si è in una bolla più controllata e si può capire se quel tipo di lavoro è adatto a noi o meno. Trasferirsi in un altro paese significa aggiungere alle difficoltà di una vita normale – affitto, bollette, stipendio – il fatto di essere stranieri in quel luogo, può essere positivo, ma anche negativo. Bisogna essere pronti allo shock culturale e non pensare che vivere qui sia come essere un turista. Bilanciando questi aspetti positivi e negativi ognuno può fare la sua scelta.