Intervista chef ristorante il Fratello a Seul

Abbiamo intervistato lo chef Lim del ristorante italiano “Il Fratello”a Seul. Lo chef ha vissuto in Italia per sette anni e lavorato in diversi ristoranti di Milano prima di ritornare a Seul ed aprire, insieme a suo cugino, il ristorante ‘Il Fratello’. Vi proponiamo la prima parte dell’intervista.

chef il fratello
Chef Lim nel suo ristorante (foto scattata da Shine)

E’ stato interessante discutere con lui sulla sua esperienza in Italia e conoscere il suo punto di vista sulla cultura culinaria italiana e quella coreana. Dopo avergli presentato il nostro progetto, abbiamo cominciato la nostra chiacchierata davanti ad una tazza di caffè.

V: Come è nata la passione per la cucina italiana?

L: Dopo l’università non ero felice di quello che avevo studiato, ed considerando la mia passione per la cucina, ho deciso di fare il cuoco. Durante il servizio militare ho deciso di andare in Italia per studiare. Ho studiato italiano a Siena e poi ho lavorato in diversi ristoranti di Milano. Sono stato in Italia per sette anni!

 

V: Cosa ti manca di più della vita in Italia?

L: Mi mancano soprattutto i supermercati italiani. E’ difficile trovare dei buoni prodotti italiani qui in Corea

 

V: Quali sono i piatti italiani che preferisci cucinare?

L: Preferisco preparare piatti di pesce. Mi piace anche cucinare la carne, ma a volte i clienti coreani non reagiscono bene al modo italiano di cucinarla.

 

V: Come reagiscono i tuoi clienti coreani ai gusti della cucina italiana? L: Quando cucino della carne alla maniera italiana, una bistecca per esempio i clienti coreani non sono abituati e spesso devo aggiungere della salsine ma cerco sempre di utilizzare ingredienti italiani. Diciamo che ho dovuto adattare molti dei piatti italiani al gusto coreano. Nonostante questo cerco sempre di mantere l’originalità del piatto italiano senza comprometterlo. Molti ristoranti italiani in Corea, secondo me esagerano in questo processo, proponendo piatti, come gli spaghetti con il kimchi, che non possono essere chiamati più “italiani”. E’ stato anche difficile abituare i clienti al gusto più “naturale” della mia cucina, visto che non utilizzo il dado ma preparo il brodo fresco a partire dalle verdure. All’inizio molti clienti, soprattutto i più giovani, si lamentavano per il sapore troppo blando del piatto. Alcuni clienti invece, non essendo abituati al gusto dei piatti italiani, mi dicono che il piatto è troppo “salato” anche se io non ho utilizzato sale! Credo questo succeda primo perché per loro è un sapore nuovo e non sanno apprezzarlo, secondo forse perché in coreano non c’è un modo per esprimere la loro impressione per un nuovo gusto e per questo utilizzano un termine come “salato”.

 

V: Sapresti trovarmi delle cose in comune tra la cucina italiana e quella coreana? Ingredienti per esempio? L: Gli ingredienti sono molto simili. Per quanto riguarda le verdure, vengono utilizzate più o meno le stesse: zucchine, carote etc. A Milano ho visitato un ristorante e anche lì utilizzavano il cavolo cinese. Però per esempio, il gusto del basilico o del pomodoro in Italia è più definito di quello che si trova in Corea.

 

V: Nella tradizione italiana, ci sono dei piatti tipici (a seconda anche delle tradizioni regionali) che vengono preparati per alcune festività come il Natale e la Pasqua. In Corea è lo stesso per esempio per festività come il Chuseok?

L: Sì, ho passato più di un Natale in Italia con la famiglia di alcuni amici e lì non si finisce mai di mangiare! Anche da noi feste come il Chuseok vengono trascorse in famiglia e di solito si passano a casa dei nonni o degli zii dove si celebrano i riti per gli antenati e si mangia tutti insieme.

 

V: La cucina italiana e quella coreana sono prese come esempio di cucina salutare sia per gli ingredienti utilizzati, sia per i metodi di cottura. Cosa ne pensi?

L: Sì le due cucine sono entrambe salutari. La cucina coreana utilizza molti ingredienti noti per essere una buona fonte di antiossidanti come l’aglio o il peperocino, ma credo che nei piatti coreani si utilizzino troppa polvere di peperoncino e troppo sale, rendendo il piatto estremamente piccante o molto salato.

V: Cosa ti cucini a casa?

L: Di solito non cucino! E’ mia madre che di solito cucina! Come cuoco cerco di non cucinare quando sono a casa, visto che di solito lo faccio tutto il giorno.

 

V: Già, sarebbe come portarsi il lavoro a casa! L. (ride)   La seconda parte dell’intervista potete trovarla qui Continuate a seguirci!

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